Così titolava in una calda giornata agostana La Repubblica TORINO, precisamente il 9 agosto 2013 (http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/08/09/news/il_grande_pasticcio_della_torino_-_caselle-64524915/).
Di cosa si tratta?
Presto detto, di un grande sperpero di denaro pubblico derivante da incompetenza e menefreghismo, della serie “tanto non sono soldi miei”!
I fatti: i due giornalisti, Guccione e Griseri, ci raccontano di come l’abbassamento, nel 2007, del livello della ferrovia della tratta Torino-Milano senza il conseguente abbassamento delle linee collegate, fra cui quella per Caselle, abbia provocato un bel dislivello di 14 metri fra le due; risultato: i treni si fermano alla stazione Dora sull’orlo di un precipizio e la tratta Torino – Caselle resta impraticabile.
Torino non ha, ad oggi, un collegamento ferroviario diretto tra la città e il suo aeroporto!
Non male!
Prima sorpresa, leggendo l’articolo, si scopre che “la ferrovia per l’aeroporto era stata ammodernata in vista dei mondiali di calcio (Italia ’90) con una spesa equivalente ai 100 milioni di euro di oggi”.
Procedendo nella lettura si scoprono le varie soluzioni proposte per risolvere il problema, dalle gallerie elicoidali all’eventuale dislivello della stazione Dora da colmare con gallerie e scale mobili, fino ad arrivare alla soluzione prescelta: una nuova galleria e una nuova stazione ferroviaria in zona Rebaudengo; costo 160 milioni per avere una continuità ferroviaria!
Seconda sorpresa, verso la fine dell’articolo, si nota che “la nuova galleria da 160 milioni è lunga poco più di due chilometri, più o meno come l’attuale che dovrebbe sostituire.
Sono due lati di un triangolo isoscele.
Bastava abbassare l’attuale galleria fatta nel ’90 (che verrà invece abbandonata) e si sarebbe evitato di costruire quella nuova, che avrà una pendenza identica”;
E si termina con il botto: “…..ormai il Cipe aveva dato parere favorevole al progetto e l’unico modo per ottenere il finanziamento era quello di sposare la soluzione di corso Grosseto. Forse oggi non la più indicata. Ma l’alternativa era quella di perdere i fondi e non fare nulla”, dichiara l’assessore di Torino.
Quindi il ragionamento è: il progetto è sbagliato e costoso, si poteva scegliere qualcosa di più economico e funzionale, però ormai i soldi li abbiamo e allora li spendiamo!
Qualcuno può spiegare all’assessore che magari i soldi potrebbero essere spesi meglio e il risparmio utilizzato per qualcosa di utile, che magari il progetto andrebbe rivisto, che se si trattasse di soldi suoi e fosse un imprenditore che rischia in proprio, probabilmente quel progetto non si realizzerebbe?
Che sarebbe utile prendere almeno a calci i progettisti che non si sono accorti di questo?
Ecco questi sono i comportamenti e la mentalità che FARE combatte e vuole eliminare dalla gestione pubblica, più meritocrazia e basta sprechi di stato!
Attenzione: per quanto la galleria possa sembrare lunga uguale, la pendenza effettiva risultante del tratto sotto corso Grosseto risulterebbe minore che non abbassare la galleria esistente su via Stradella: questo perchè il piano del ferro a Rebaudengo sarebbe ad un dislivello inferiore. Lodevole l’intento di voler denunciare situazioni di spreco, ma probabilmente potrebbe essere utile coinvolgere un ingegnere che possa effettuare qualche calcolo. Per rendere più autorevole l’articolo.