Da qualche settimana stiamo cercando di “rinnovare” un’iniziativa che speriamo consenta di aprire un confronto su un aspetto del procedimento elettorale che, seppur sottaciuto dai più, periodicamente emerge nella sua gravità: la raccolta firme e la loro autenticazione.
Perché – vi chiederete – esporsi su un tema lontano dall’attenzione del cittadino, del politico navigato, spesso (re)legato – (de)legato ai tecnici?
Mettiamola così: da neofiti dell’argomento, quanto appassionati (ahimé) di Politica, perché crediamo che solo comprendendo ed apprezzando queste pratiche, i loro profili, la loro storia, si possano fondare le premesse di un cambiamento che al momento si presenta una compresso dalla continuità di una rappresentanza che non crediamo capace di dare voce alle nostre istanze né di rivelare un sommerso che rifugga da isterici -ismi, che ricerca l’interruzione del dialogo e del ragionamento dell’avversario per interrompere il filo di una argomentazione poiché rivelerebbe la propria impreparazione alla platea, che fatica a trovare spazio nel mondo digitale perché … non acquista “like”, emoticon, followers o reazioni e non automatizza i social cui fa riferimento (o piuttosto utilizza profili “fake” ?!?!).
Crediamo nella Politica e nei movimenti, gruppi, organizzazioni che l’animano e che non intendono accettare l’ennesima dimostrazione (del)la ignavia delle istituzioni attendendo la sentenza della Corte Costituzionale sulla “legge elettorale”.
Legge che poggia le sue basi sulle procedure citate (per non parlare del peso dei simboli che l’accompagnano per dire!) ma delle quali non si propone la revisione. Dunque “come possiamo sperare che le stesse persone propongano riforme reali su argomenti ben più complessi?”: “bisogna avere delle idee, degli argomenti, una visione. Saperli difendere. Poi, non preoccupatevi, il contenitore si troverà …”
Voglia di #cambiamento o di #continuità?
#leggelettorale #raccoltafirme #firme
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