I magistrati chiudono sette aziende leader in Europa per gli acciai, lasciando a casa 1400 lavoratori, affamando le loro famiglie e distruggendo un indotto che distribuiva ricchezza in modo capillare.
L’ILVA rappresenta il più grande polo siderurgico d’Europa, che compera i minerali, li fonde e crea la billetta, ovvero un cubo d’acciaio che le altre aziende comperano e poi fondono per creare le lamiere o i tondini. Dalla Puglia partono dai 200 ai 300 camion al giorno per spedire i prodotti metallurgici in tutta Europa. I ritorni di questi camion vuoti sono preziosissimi per la regione, perché permettono di trasportare qualsiasi merce con costi di trasporto bassi.
E in tutto questo lo stato dov’è, cosa fa – lascia fare?
Uno stato incapace di decidere al punto tale che deve chiamare i 35 saggi (ma lo saranno davvero?) e pagargli il weekend al mare per trovare nuove idee da sottoporre al Parlamento.
Qui si sta distruggendo uno Stato una volta fiorente e rispettoso del lavoro. La causa di tutto ciò sono superficialità ed arroganza della classe politica, distratta e solo attenta a fare i processi alla controparte e sempre più avida di facili danari, dei quali non sarebbe neanche degna di disporre, visto che si è dimostrata incapace di risolvere qualsiasi problema e di proporre nuove idee per creare posti di lavoro.
Rideranno i francesi e tedeschi per la mancata produzione italiana di acciaio, in quanto dovranno vuotare i propri magazzini per supplire al nostro stop di produzione.
Zero riforme, zero tagli alla spesa, zero iniziative per il sociale. Continuiamo ad avere le province, i 900 parlamentari, il Governo tecnico, gli innumerevoli enti inutili, il finanziamento ai partiti, i 35 saggi ed i 4 senatori a vita in più, e tutto passa sotto gli occhi degli italiani ormai assuefatti, senza che nessuno faccia o dica qualcosa contro questo sistema ormai fallimentare e sempre più pericoloso per la tenuta sociale.
La campagna Basta sprechi di FARE si contrappone a tutto questo e dovrebbe ricevere il giusto eco da parte della stampa e delle reti locali. Per far conoscere ai cittadini italiani che qualcuno che dice NO, in Italia, ancora c’è.
Paolo DelSignore
Biella
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